venerdì 25 ottobre 2013

Democrazia: fede in una falsa ideologia?


Democrazia. Oggi considerata la miglior forma di governo possibile, il "governo del popolo".

Ma cosa serve per esercitare la Democrazia? Quali sono le indispensabili premesse, le condizioni necessarie per la sua realizzazione concreta? Perché non rimanga solo un fenomeno da laboratorio?
E pertanto, è realizzabile una democrazia di fatto, compatibile con il capitalismo e il liberismo e lo schiavismo e le diverse forme di religione?
Non abbiamo sbagliato nello scrivere schiavismo. Nella democratica Atene avevano diritto di voto i cittadini possidenti e in armi e i marinai della flotta. Questi tutti costituivano una assoluta minoranza della popolazione, formata in maggior parte da schiavi. Contemporaneamente, la schiavitù era una risorsa indispensabile, cosi come anche negli stati Uniti d'America circa 2300 anni più tardi.
Allora perché non ricordare anche:
[...] che i fascismi andarono al potere in Italia e Germania, anche con il voto, e che la Francia si mise nelle mani di Petain (al servizio di Hitler) in una seduta congiunta del parlamento, con 569 si, 80 no e 17 astensioni. (Democrazia, Paolo Flores d'Arcais.)

Ma il pericolo è sempre presente ogni giorno, oggi più che mai,  la legge della maggioranza non deve diventare fine, ma mezzo attraverso il quale costruire una società partecipata, condivisibile e libera,
Infatti Democrazia non è certo sinonimo di libertà, e chi meglio di Socrate può ricordarlo ai contemporanei. Condannato a morte a maggioranza nella democratica Atene, il filosofo "delle strade" scelse la cicuta piuttosto che l'esilio.
Di fatto, osserviamo come negli ultimi anni mai parola sia stata tanto abusata e violata. Stendiamo ora al sole le parole per chiederci: siamo cosi certi che la maggioranza abbia sempre ragione? Siamo certi che la maggioranza sia maggioranza effettiva e non quella delle élite? Siamo sicuri che abbia senso sostenere che il popolo è sovrano? Siamo certi che dove c'è democrazia c'è libertà?

Ad esempio, possiamo affermare che lo stesso Pericle, il maggior leader politico nell'Atene della seconda metà del V secolo a.C., pone in antitesi democrazia e libertà.
Ma come riporta Canfora nel "Democrazia, storia di un ideologia":

"Che la democrazia sia un'invenzione greca è opinione piuttosto radicata. Un effetto di tale nozione approssimativa si è visto quando è stata elaborata la bozza del preambolo della costituzione europea  (diffusa il 28 maggio del 2003). Coloro che, dopo molte alchimie, hanno elaborato quel testo - tra i più autorevoli, l'ex presidente francese Giscard d'Estaing - hanno pensato di imprimere il marchio greco-classico alla nascente Costituzione anteponendo al preambolo una citazione tratta dall'epitaffio  che Tucidide attribuisce a Pericle (430 a.C.). nel preambolo della Costituzione europea le parole del Pericle Tucidideo si presentano in questa forma :
<< La nostra Costituzione è chiamata democrazia perché il potere è nelle mani non di una minoranza ma del popolo intero >>. E' una falsificazione di quello che Tucidide fa dire a Pericle. E non è per nulla trascurabile cercar di capire perché si sia fatto ricorso ad una tale << bassezza>> filologica." 

Quale  meraviglioso esercizio, il ragionare e il dubitare e chiedere ancora una volta conto alla sempre folta stuola di falsificatori della storia e delle idee.

Proposte di lettura e approfondimento:
"La democrazia storia di una ideologia" di Luciano Canfora  
"Critica della retorica democratica" di Luciano Canfora  
"Democrazia, il dio che ha fallito" di Hans Hermann Hoppe)
"Democrazia. libertà privata, libertà di rivolta" di Paolo Flores d'Arcais
"Lo Stato servile" di Hilaire Belloc
"La democrazia in america" di Tocqueville Alexis